DATI DELL'ITINERARIO

Monterosso

11 km

600 m

3 ore 30'

E (escursionistico)

47 m

tutto l'anno

CARTOGRAFIA

Multigraphic 1:25.000 Cinque Terre

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Da Monterosso alla Madonna di Soviore, l'anello per Sant'Antonio al Mesco e Colla di Gritta

Monterosso al mare è il borgo più occidentale delle Cinque Terre ed anche il più grande. E’ l’unico inoltre a presentare due spiagge sabbiose di una certa estensione. La cittadina è divisa in due unità distinte: la località Fegina e il borgo antico. Quest’ultimo presenta una caratteristica struttura lineare che si allunga sul torrente Buranco, oggi coperto. Il paese è circondato da un anfiteatro montuoso che offre ottime possibilità per piacevoli itinerari di tipo escursionistico sia verso la Punta Mesco e Levanto (per la descrizione della traversata a Levanto cliccare QUI), sia vero Soviore e le Cinque Terre  (come nell'itinerario qui descritto).  L’escursione proposta, che si svolge tutta su buoni sentieri ben segnalati, è infatti un ampio anello che ha il suo principale motivo di richiamo storico e architettonico nel Santuario della Madonna di Soviore. Il sacro edificio, posto a 466 m di quota, è  il santuario mariano più antico della Liguria. Qui si venera, da oltre milleduecento anni, un’immagine della Madonna famosa per i suoi miracoli. L’immagine è una statua di legno in un unico blocco rappresentante la Santissima Vergine seduta con il Figlio morto tra le braccia.

 
 Da La Spezia si segue la statale Aurelia (direzione Genova) fino a Pian di Barca e da qui si sale a Pignone e Foce Drignana per poi scendere a Colla di Gritta dove si trova il bivio per Monterosso. Fatti cento metri la strada si biforca. Si sceglie la via diritta che scende a Fegina, uno dei due nuclei di Monterosso.  Lasciata l’auto nel grande parcheggio (a Monterosso Fegina si può arrivare anche in treno essendo stazione ferroviaria sulla linea LA Spezia - Genova). A piedi si segue il lungomare in direzione ovest (verso cioè Punta Mesco) passando poco sopra la statua del Gigante, una scultura alta 14 metri e di 1700 quintali di peso, ed individuando i segnavia bianco/rossi del sentiero n. 590 per Sant'Antonio. Questo raggiunge una stradetta asfaltata da seguire per un breve tratto .... 
 

 
..... per poi lasciarla riprendendo la storica mulattiera scalinata. Tornati sull'asfalto si sale con questo per un altro tratto e poi si prende a destra ......
 

 
..... la mulattiera scalinata che entra nel bosco di leccio che ammanta il Promontorio del Mesco.
 

 
La via, ampia ma abbastanza deteriorata (sentiero n. 590 per Levanto), sale decisamente offrendo grandi spunti panoramici sul golfo di Monterosso.
 

 
Arrivati al crinale, la Cresta di Sant'Antonio, al bivio si prende a sinistra ....
 

 
..... fermandosi ad un grandioso balcone panoramico da cui appare tutta la costa delle Cinque Terre e, oltre, Portovenere e la isole Palmaria, Tino e Tinetto.
 

 
In breve si arriva ai ruderi della chiesa dedicata a S. Antonio Abate.
 

 
L’edificio risale al XIII secolo e fu per secoli occupato da eremiti agostiniani  che svolsero anche un’attiva funzione di guardiani all’epoca delle invasioni piratesche.
 

 
Oltre la chiesa si trovano le costruzioni dell’ex semaforo militare, per un periodo osservatorio naturalistico e antincendio e oggi in stato di abbandono.
 

 
Tornati sui propri passi per la Cresta di Sant'Antonio si raggiunge un importante bivio.
 

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